Tratto dalla relazione della Provincia di Milano
Rilevazione dei beni Architettonici e Ambientali - 1989


Segrate ha superato da tempo la dimensione propria del piccolo centro agricolo; é un comune di prima fascia nell'area metropolitana, sottoposto a costanti sollecitazioni esterne che ne hanno configurato un paesaggio frammentario privo di elementi unitari, ma nello stesso tempo capace di assumere un ruolo "forte" nell'ambito del territorio metropolitano.
Si trova nella pianura a nord-est di Milano e confina con Milano, Vimodrone, Pioltello, Peschiera Borromeo.
Alla metropoli milanese è collegato tramite due strade principali: la Cassanese a nord, e la Rivoltana a sud.
La rete ferroviaria con relativo scalo divide il comune in due parti, il collegamento delle quali é affidato ad un unico ponte stretto precario statisticamente e con aspetti viabilistici pericolosi.
Il comune é raggiungibile con mezzi su gomma, le fermate metropolitane più vicine sono nel comune di Vimodrone e Lambrate a Milano . L' A.T.M. e le linee private Star e Autoguidovie effettuano corse quotidiane con bus.
Con la realizzazione del passante ferroviario è raggiunto dalle linee S5 e S6.
Anche storicamente il comune é stato sempre frazionato in nuclei autonomi, che ancor oggi conservano una propria configurazione nel territorio (Segrate, Tregarezzo, Rovagnasco, Redecesio, Novegro).
Sono infatti perfettamente riconoscibili diversi insediamenti abitativi, alcuni di recentissima formazione (Milano Due, Villaggio Ambrosiano e Milano San Felice) altri meno recenti (Lavanderie):
Segrate
Rovagnasco - Villaggio Ambrosiano
Redecesio
Milano Due - Lavanderie
Tregarezzo - Milano San Felice
Novegro
Possono vantare la presenza di un nucleo storico tuttora "abbastanza" riconoscibile solo Segrate e Rovagnasco.
Il frazionamento del territorio in vari nuclei è quindi una delle caratteristiche del comune, e provoca il conseguente difficile riconoscimento del "luogo" stesso.
Al suo interno vengono registrati episodi contraddittori e antitetici, risultati soprattutto dell'intensa edificazione residenziale che ha caratterizzato lo sviluppo del comune dal secondo dopoguerra ai giorni nostri.
Basti pensare che da 8.600 residenti censiti nel 1961, si è passati a 30.400 nel 1981 e 34.000 nel 2011.
Il risultato di questa edificazione "selvaggia" è esemplificato dalla situazione attuale della chiesetta del santo Crocifisso nel XV secolo San Giovanni Battista, presso la cascina Ovi, letteralmente "costretta" tra capannoni industriali (oggi Esselunga); unica testimonianza, insieme alla suddetta cascina, di una realtà storica cancellata, in questo caso dal moderno quartiere attrezzato di Milano Due.
Oltre ai sostenuti interventi residenziali, tutta l'area è investita da una capillare presenza di piccole e medie aziende, affiancate da "colossi" multinazionali come l'IBM, la sede della Casa Editrice Mondatori, e a Milano Due uffici e studi televisivi.
Va inoltre sottolineato come nel comune gravino vincoli obiettivi quali: la zona aeroportuale, l'Idroscalo, la futura dogana (oggi centro Intermodale e futuro nuovo centro commerciale Percassi/Westfield).
Nonostante il quadro eterogeneo presentato, l'Amministrazione comunale dimostra in alcuni interventi una ricerca qualitativa a livello di scelte progettuali.
Per quanto riguarda l'architettura alcuni professionisti di fama internazionale come Niemeyer, Canella, Zanuso e Aldo Rossi, hanno realizzato opere che si inseriscono nel dibattito sull'architettura contemporanea.
Gli stessi interventi a livello urbanistico, come Milano Due o Milano San Felice, a prescindere dal giudizio critico e dalle conseguenze sul piano sociale, possono essere ritenuti interventi progettuali pianificati e determinati, non certo casuali o "spontanei". Inoltre si registrano, per iniziativa dell'Amministrazione comunale, iniziative interessanti volte al recupero di quei valori travolti solitamente dalla speculazione edilizia, come quella che riguarda la ristrutturazione di un'antica cascina (cascina Commenda a Rovagnasco) adibita a centro sociale, biblioteca, ecc.  Un ultimo aspetto che caratterizza il territorio è la presenza di Beni Ambientali quali: l'Idroscalo, il laghetto di Redecesio, le cave (attualmente solo una in funzione) e ampi spazi verdi, alcuni dei quali sono destinati dal P.R.G. a parcheiattrezzati.

EVOLUZIONE STORICA

Non si posseggono purtroppo delle sicure documentazioni esplicite di Segrate fino al secolo XI circa.
Si possono fare solo delle supposizioni avendo come riferimento il toponimo.
La terminazione in "ate" è tipica degli insediamenti creati dopo la conquista romana, a partire cioè dal III secolo D.C. Quanto alla radice "Segr" deriverebbe dal nome di persona "Securus", e cioè è ipotizzabile che i terreni del paese appartenessero a un unico proprietario, forse un soldato romano, con tale nome.
Altri invece ritengono che l'originale debba essere fatta risalire al verbo latino "secare", cioè tagliare il fieno; oppure, terza ipotesi, il nome potrebbe riferirsi ai nomi comuni "segalis", cioè "segale", cereale allora molto comune. In tale direzione è riscontrabile una forte analogia con i vicini insediamenti di Linate (terreno coltivato a lino) e di Liscate (terreni a lisca).
Nell'attuale circoscrizione amministrativa sono compresi altri nuclei che in origine costituivano comunità autonome.
Rovagnasco, indicato nel XII secolo con il termine Rovignasco, potrebbe derivare dal nome gentilizio "Rubenius".
Tregarezzo, che nelle mappe settecentesche del catasto milanese è indicato come Trogorezzo, risale probabilmente al tedesco "trewa", con il significato di luogo di sosta.
Novegro deriva forse da "novetulum", "noveto", cioè località con abbondante presenza di fieno da taglio.
Redecesio ha invece due interpretazioni: una che traduce il nome come "rivo di siepe"; l'altra che riferisce il nome ad un piccolo uccello, un tempo frequente nella periferia milanese.
Per il periodo medievale la documentazione più abbondante riguarda la vita religiosa.
Nei primi secoli del cristianesimo Segrate diventò sede di una pieve fondata probabilmente nel IV secolo, prima cioè dell'invasione longobarda. La pieve fu dedicata a Santo Stefano, e nel borgo si ha notizia che fossero altre due chiese: una dedicata a San Giovanni Apostolo, l'Altra a Sant'Agata.
Sempre stretto appare il legame tra il paese e Milano, consolidato anche dall'utilizzo delle acque del torrente Nirone. Nel 1272 entrò in funzione il naviglio della Martesana; la presenza di molti fontanili non incanalati nella zona dove ora si trova il laghetto di Redecesio, determinò momenti di espansione delle zone paludose.
Nel 1566 ebbe luogo la visita pastorale del prevosto di Desio, e per la prima volta sono documentate la chiesetta e la località di San Felice: il nucleo abitato si chiamava Pilastrello di San Felice.
San Carlo Borromeo effettuerà poi personalmente due visite pastorali: la prima nel 1569, la seconda nel 1571.
Dal punto di vista amministrativo queste terre divennero feudo nell'ultimo quarto del XVII secolo.
Non però sotto un unico signore: Segrate fu prima della famiglia Trivulzio poi Colombo; Rovagnasco sotto i nobili Landriani; San Felice faceva parte del feudo di Pantigliate, di proprietà di Dal Pozzo; per Redecesio si sa solo che faceva un feudo a sé.
Dopo l'unità d'Italia la situazione agricola della zona continuò ad essere positiva, mentre verso la fine del secolo tale attività lascia sempre più spazio a cave di sabbia e ghiaia, materiali richiesti dallo sviluppo delle attività edilizie che contraddistingue l'epoca ubertina anche del capoluogo lombardo.
Le acque dei fontanili, non più invogliate in canali, trovano uno sbocco naturale nelle varie cave artificiali, dando vita a piccoli laghi.
Il fontanile più copioso, il Fontanone, concorrerà a formare l'idroscalo, mentre le due cave comprese tra il fontanile del Seminario e quello detto Molina diverranno il Laghetto di Redecesio. Ai primi del Novecento la frazione di Redecesio apparirà così formata da un piccolo nucleo abitato e da un laghetto artificiale con due specchi d'acqua.
Nei decenni più vicini a noi Segrate ha perso le sue caratteristiche di borgata agricola per trasformarsi prima in un polo industriale e negli ultimi anni in centro residenziale e di attività terziarie.  

CARTOGRAFIA STORICA

Le Mappe Storiche consultate per tale censimento si trovano tutte nell'Archivio di Stato di Milano, e sono le seguenti:
- Mappe di Carlo VI 1721-1723
- Mappe del 1850
- Mappe del Cessato Catasto 1902
Nelle Mappe di Carlo VI troviamo il territorio di Segrate ripartito in cinque comuni censuari: Segrate, Novegro, Rovagnasco, Tregarezzo e Redecesio.
Si nota la presenza diffusa di fontanili che, attivi e controllati, nelle corti delle cascine servivano ai bisogni idrici dei nuclei familiari e per l'irrigazione delle terre.
Non vi è presenza di laghetti ma solo di canali irrigatori.
"Aratorio coltivo", "prato" e "vigne" sono le voci ricorrenti che indicano l'utilizzo dei terreni a settentrione, mentre "risaie", "prato d'acquatorio" e "bosco" sono presenti nei terreni meridionali.
Quanto alla distribuzione delle proprietà, queste erano concentrate nelle mani di pochi, quasi sempre nobili o ecclesiasti.
Segrate: nobili Colombo, conte Lucini, conte Simonetta, marchese Gatone Stupanti, Abate commendatario di San Pietro in Monforte. Sono inolte presenti la Fabbrica del Duomo e le Madri di Sant'Erasmo, con il convento che incorporava la cascina Boffalora.
Novegro: il conte Pecio con il 94% delle proprietà, marchese Lucini, prevosto Radice.
Rovagnasco: nobili Landriani
Tregarezzo: famigilia Del Pozzo (feudo di Pantigliate)
Redecesio: piccolo feudo a se.
Nelle Mappe aggiornate nel 1865 e nel cessato Catasto troviamo che i terreni del segratese, ed in particolare quelli di Redecesio, sono ancora coltivati, grazie al funzionamento di ben curati canali di irrigazione, che traggono la loro abbondanza d'acqua dalle polle sorgive dei fontanili.
Questi canali, prima di irrorare i campi alimentano con le loro acque alcuni mulini.
Inoltre nelle tavole catastali di Redecesio due linee dritte, "Ferrata Milano-Bergamo" attraversano il Comune.
Successivamente sappiamo che le acque dei fontanili, non più convogliate rigorosamente in canaletti irrigatori, trovano sfogo nelle varie cave artificiali, formando così più laghetti. Il fontanile più copioso, detto Fontanone, troverà sfogo per le sue acque nell'attuale Idroscalo. Le due  cave comprese fra il fontanile detto del seminario e quello detto Molina diverranno il laghetto di Redecesio.